Riciclare la bellezza

Ristrutturazioni: il rispetto del manufatto del passato nella trasformazione al nuovo

Arch. Annalisa Panerari

Scrivo di ritorno da un weekend a Milano, dove ho potuto visitare la mostra “Recycling Beauty” presso la Fondazione Prada (aperta fino al 27 Febbraio), dedicata al tema del “riuso” delle rovine di epoca greco-romana, integrate in nuove opere in epoche successive, secondo il concetto per cui la bellezza può essere riciclata in nuova bellezza. Nel nostro territorio, a parte l’infinito patrimonio storico artistico già tutelato ed inserito nel tessuto urbano, che bellezze abbiamo? Questi ultimi anni di Ecobonus e Sisma bonus ci hanno visto di frequente intervenire pesantemente su abitazioni degli anni ’70 e ’80 ma anche edifici precedenti, degli anni ’50-’60, e del Ventennio prima della guerra. Chi si è trovato o si trova tutt’ora ad intervenire su di un’abitazione di questo tipo, molto spesso deve fare i conti con rivestimenti in pietre e marmi “alieni”, pannellature in legno, mosaici, interni molto ampi, volumi secondari, tettoie, terrazze e piani sfalsati. Come è possibile operare al nuovo dialogando con ciò che già caratterizza l’edificio? Spazziamo via tutto e creiamo “solo” una casa moderna? Ma cosa significa moderna?


Fisco, efficienza o bellezza?

In questo periodo ci siamo concentrati principalmente sugli aspetti fiscali ed energetici degli interventi edilizi, mettendo in secondo piano la bellezza del manufatto esistente, ma una misura politica che nasce per rigenerare il tessuto urbano, per porre rimedio al discomfort esagerato degli edifici preesistenti, deve anche e soprattutto considerarne il valore intrinseco estetico e funzionale, secondo il principio di sovrapposizione che ha caratterizzato le nostre città, con una stratificazione millenaria. E’ così che dobbiamo intervenire, dobbiamo essere curiosi, chiederci quali eventi e quali scelte hanno generato il manufatto che abbiamo davanti, rispettarle e dare nuova vita, nuova bellezza. Diventa allora fondamentale accoppiare scelte tecniche e stilistiche che creino valore, e lo possiamo fare perché abbiamo a disposizione un’offerta di materiali e tecnologie di altissimo livello che ce lo consentono, anche per tutte le tasche.

 

Pavimenti, rivestimenti e volumi in un unico progetto

Ogni scelta progettuale e di cantiere ha un impatto e contribuisce a rafforzare o indebolire la bellezza e l’armonia del nuovo edificio trasformato. A livello pratico ad esempio per l’esterno, abbiamo a disposizione materiali con ottime caratteristiche tecniche ed estetiche (resistenza alle intemperie, coibentazione termica, ecc.) per poter riproporre le sovrapposizioni di volumi e rivestimenti tipiche delle facciate di quegli anni. Negli interni poi l’offerta di ceramiche per pavimenti e rivestimenti, è vastissima e ad esempio nel manufatto degli anni 50-70, riusciamo ad inserire pavimenti con effetto graniglia che richiamano le caratteristiche del tempo ma che siano anche prodotti contemporanei, di grande formato (per ridurre le fughe), di alta durata e praticità. Possiamo tranquillamente dire che il mercato ci offre infiniti linguaggi, utilizzando la bellezza delle soluzioni del passato, unita al miglioramento delle caratteristiche tecnico-funzionali.

Prima e dopo

Ristrutturazione di edificio residenziale (1972) a Pegognaga: mantenimento del rivestimento in legno del soffitto originale e sovrapposizione di punti luce contemporanei

Genius Loci

Nella mia attività di questi anni, curando nel dettaglio gli interni delle ristrutturazioni edilizie, mi sono imbattuta in situazioni diverse tra loro ma dal grande potenziale. Ritengo molto importante fermarsi un attimo ad osservare l’edificio, a cercare di capirlo per comprenderne la bellezza, il Genius Loci (a qualsiasi momento storico esso appartenga). Una volta compreso il suo vero spirito possiamo andare ad intervenire, avendo cura di farlo sopravvivere ai di versi assetti funzionali per creare un nuovo luogo significativo, una nuova bellezza in cui il vecchio ed il nuovo si riciclano senza dover sacrificare uno a discapito dell’altro. Tutto questo parte ovviamente dall’involucro edilizio fino ad arrivare agli interni, con i colori, i materiali e gli arredi che ci permettono di esprimere in modo contemporaneo e libero lo stile della nostra casa; il design ci ripropone arredi razionalisti, arredi con caratteristiche degli anni 50, 60 e 70, Space Age, dove le grandi dimensioni, il fuori scala di mobili e complementi migliorano notevolmente il comfort ed il benessere di chi ci vive, e questa è modernità.

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